venerdì 4 gennaio 2013

Conclusione

A volte può sembrare difficile, distinguere quale sia la realtà. Sempre che si tratti di doverla distinguere, piuttosto che di definirla.

Sono sospeso sopra il vuoto.

Quel dio greco da una parte. Un dio orgoglioso del suo canto d’amore, ma ignaro del finale di chi non ha saputo comprendere.

Dall’altro non solo ogni singolo sasso ha la sua storia, ma dove anche ogni passo ne racconta e ne intreccia di nuove.

C’è l’accesso caldo, e accogliente, che ricorda idee in contrasto, che echeggia di rabbia, lacrime di rassegnazione e incomprensioni.

Ci sono mondi pseudo-reali, con le loro fonti di nozioni immediate, che mi aiutano a procedere più spedito nelle mie curiosità; dove transitano esistenze condivise con essenze che, ideologicamente, potrebbero ritenersi più vicine, ma che probabilmente non ne hanno neppure la consapevolezza.

Ma lo stato più piacevole, è quello nell’evanescenza dei pensieri, dei sogni e delle speranze.

Anche se l’ombra di orribili mostri, a volte mi paralizza, mi raggela e mi strazia, ci sono anche larghi e profondi piaceri, ci sono abbracci e profumi inebrianti.

Decisamente piaceri in sovrabbondanza, rispetto a quelle terribili ombre di mostri. Quanto basta per non caderne vittima.

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