venerdì 4 gennaio 2013

Cose







Sono gemme preziose delle prime ore che appaiono opache e meno splendenti con l’abitudine. Invece di lucidarle ne vogliamo delle nuove.

Desideri appagati e dimenticati.

Eppure la loro essenza non è mutata, giace solo celata dietro un velo di assetata inutile bramosia. Desiderare è buono. Desiderare e ottenere ci porta a desiderare qualcosa d’altro.

“Vale anche per i sogni? In fondo desiderare è una specie di sogno, quindi potrei anche pensare, che realizzare un sogno ci porterebbe ad esprimerne nuovi.”

“Certo. Non vorresti trascorrere la tua eternità con un unico stesso sogno.”

“Ma è buona cosa o non è buona cosa?”

“Non esiste cosa buona e cosa non buona, esistono solo cose.”

“… facile dimenticarsene…” – sussurro.

“Ma fai in fretta a ricordarlo e te lo riporti alla mente.”

“Grazie a te!”

“Sempre grazie a te. Ricordi? Sei tu che ti dai le risposte.”

“Ma allora perché mi farei così tante domande?”

“Perché ti piace darti le risposte.”

Come davanti ad una nuova auto, appena parcheggiata nel cortile di casa, lucida, scintillante emozioni, carica di realizzazione e di prossime gioie in quell’involucro speciale, abbagliato dalla novità quasi incredula. Ogni lato viene osservato. Ogni lato viene ispezionato, per imprimerlo nella mente come un vecchio ambrotipo che ne salva l’apparenza, ritornando un’emozione quasi palpabile.

Come davanti una nuova auto osservo. Non più un punto di domanda, ma un punto esclamativo che vorrei più evanescente, che vorrei soffiare via.

!

Sembra un dito accusatore puntato, ma non lo è. è pura constatazione, è affermazione, è esclamazione.

“Sono così egocentrico?”

“Trovi sia un atteggiamento egocentrico? Non preferisci vederlo come un percorso più incisivo per  giungere dove vuoi andare?… O fuggire da dove vuoi fuggire? Non preferisci vederla come una migliore possibilità di analizzare?

Ti arrabbieresti se ti parlassi in modo duro? No, non lo faresti. Non lo faresti nello stesso modo che lo fai quando te lo dice qualcun altro. Perché? Perché sei tu stesso ad essere duro con quella parte cocciuta e testarda di te che a volte preferisce volgere lo sguardo altrove.”

Gioco e accarezzo la morbida rossa reazione, e amo quella parte di me che mi risponde. Amo quella parte di me che mi rivolge le domande. Amo quella parte di me che poggerà gli occhi su queste linee, su questi tratti, su questi cerchietti, e riuscirà a vederne lo spazio che le contiene.

Cos’è la soddisfazione? La più grande soddisfazione? È semplicemente un’emozione. Semplicemente in modo meraviglioso. Meravigliosa in modo emozionale. Emozionante in modo Divino. Divino in modo Divino.

Divine emozioni, indipendentemente da ciò che vediamo e che abbiamo sempre creduto esterno a noi, indipendentemente dalle cose, dalle persone, dai luoghi.

Con un bisturi affilato incido dove le emozioni emanano dalle cose; e le cose rimangono cose. Incido dove emanano dalle persone, e anche le persone rimangono persone, continuano ad essere le stesse persone. Incido dove emanano dai luoghi, luoghi che rimangono sempre lì dove ho sognato che siano.

Ma le emozioni… le emozioni si ravvivano all’inverosimile, illuminano il mio essere, si espandono e decidono loro stesse quali cose, quali persone, quali luoghi andare ad illuminare.

E illumino l’universo di immenso.

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